Cosa sono i quattro quadranti di Wilber?

Integrale

Massimo Soldati

Nell’opera di Ken Wilber c’è un onesto ed appassionato tentativo di creare una visione unificatrice delle scienze per favorire la evoluzione umana.  La nostra conoscenza è straordinariamente frammentata, perché con il crescere della scienza è stata necessaria la creazione di linguaggi specifici, tipici di ciascuna branca del sapere. Abbiamo però in questo processo perso lo sguardo d’insieme, quella capacità di sintesi per cui la conoscenza non è una torre di Babele, nella quale ogni voce combatte contro le altre, ma un insieme organico. La visione unificata del cosmo e delle scienze era presente nella sapienza tradizionale, ma con l’Illuminismo è stata abbandonata assieme alle “superstizioni” ed alle “credenze”. Nessuno ha in seguito intrapreso l’arduo compito di ricostruire con le conoscenze di oggi un campo unificato del sapere.

Possiamo capire bene questo se pensiamo al medico specialista ed al medico di base, l’uno ha una conoscenza specifica ed approfondita di una area della medicina, l’altro ne ha una conoscenza generale. Entrambi sono preziosi per la salute collettiva. Anche se lo specialista è oggi generalmente più considerato, la conoscenza generalista del medico di base è altrettanto preziosa per noi, perché riesce ad avere uno sguardo d’insieme e ad instradarci. Secondo Wilber oggi stiamo perdendo le capacità di sintesi, nonostante Einstein non siamo pienamente consapevoli della relatività, ma scaduti in un relativismo di basso livello. È necessario perciò costruire una teoria del tutto, tornare a concepire e studiare quella visione organica e d’insieme sia nella vita che nella scienza. Scienza oggi grande ammalata, che più ha successo e potere, e più si distacca da una comprensione umana della vita. Nella grande avventura wilberiana che ci porta dalla frammentazione alla visione multiprospettica integrata un concetto base da apprendere è quello dei 4 quadranti, una semplice piccola pietra angolare sulla quale si costruisce un grande edifico. Una specie di abc, di esercizio umile e basilare che possiamo fare per educarci ad aprire il nostro pensiero ad una funzione perduta, quella della integrazione.

Il concetto dei quattro quadranti è chiaramente riassunto nel seguente articolo apparso su Holons, di cui riporto di seguito la traduzione libera in italiano di alcuni brani. 

I quattro quadranti di Ken Wilber

Secondo la Teoria integrale, vi sono almeno 4 dimensioni o prospettive primarie attraverso le quali si può sperimentare il mondo: soggettiva, intersoggettiva, oggettiva, e interoggettiva.
Queste 4 prospettive, rappresentate graficamente, sono i quadranti superiore sinistro, inferiore sinistro,  superiore destro, e inferiore sinistro.

Nel quadrante soggettivo –  o  superiore sinistro – troviamo il mondo delle nostre esperienze interiori individuali: i nostri pensieri, emozioni, ricordi, stati d’animo, percezioni, e sensazioni immediate – in altre parole, il nostro spazio dell’ “io” .


Nel quadrante intersoggettivo – o inferiore sinistro – troviamo il mondo delle nostre esperienze interiori condivise (collettive) : i nostri valori condivisi, i significati, il linguaggio, le relazioni, ed il background culturale – in altre parole, lo spazio del “noi”.


Nel quadrante oggettivo – o superiore destro – troviamo il mondo degli oggetti singolari esteriori: il nostro corpo materiale (compreso il cervello) e tutto ciò che si può vedere o toccare (o osservare scientificamente) nel tempo e nello spazio – in altre parole, il nostro spazio del “ciò”.


Nel quadrante interoggettivo – o inferiore destro- troviamo il mondo degli oggetti esterni collettivi ( condivisi): i sistemi, le reti, la tecnologia, il governo, e l’ambiente naturale – in altre parole, il nostro spazio dell’ “Essi”.

Ma a cosa serve?


A che serve guardare il mondo attraverso una lente a 4 quadranti?
Semplice risposta: Tutto ciò che è meno di questo è ristretto, parziale e frammentario!  La Teoria Integrale sostiene che tutti i 4 quadranti sono reali – e tutti sono importanti.  Così, ad esempio, alla questione su ciò che è più reale, se il cervello (con i suoi percorsi neurali e le strutture) o la mente (con i suoi pensieri e le percezioni), la Teoria Integrale risponde: entrambi.
Inoltre, aggiungiamo che la mente e il cervello sono situati in contesti culturali e sistemici, che influenzano sia l’esperienza interiore che l’attività cerebrale in modi irriducibili.
Che cosa c’è di più importante nel comportamento umano? La psicologia della mente (in alto a sinistra), o i condizionamenti culturali dell’individuo (in basso a sinistra)? La Teoria integrale risponde, ancora una volta: entrambi. Che cosa è più critico nello sviluppo sociale? Le abitudini, le consuetudini, e le norme di una cultura (in basso a sinistra), o i prodotti che produce (come armi e acciaio – in basso a destra). La Teoria Integrale risponde: entrambi.
Tutti e quattro i quadranti sono reali, tutti sono importanti, e tutti sono essenziali per capire il nostro mondo.
Mentre alcuni potrebbero essere inclini a ridurre la realtà alla mente (quadrante in alto a sinistra), e altri al cervello (quadrante in alto a destra), e altri ancora all’influenza del contesto culturale (quadrante in basso a sinistra), e altri ancora all’effetto di sistemi ( “è tutta una questione di economia, stupido!” vale a dire: quadrante inferiore destro), la Teoria integrale ritiene che tutti e 4 i quadranti sono indispensabili. Più siamo in grado di includere consapevolmente il 4 quadranti nella nostra prospettiva, più integrali, equilibrate, sane, onnicomprensive, efficaci le nostre azioni saranno.

Non è tutto così semplice, ma questa è una base dalla quale partire.

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