Processi e stili di integrazione della persona per lo sviluppo di sé.
Dal 1999 AIPT, da me fondata, ha portato in Italia contenuti e metodi all’avanguardia, permettendo a molti di sperimentare di persona la potenza e la efficacia di pratiche di integrazione corpo mente (bodymind integration).
La grande libertà e spinta verso un processo evolutivo connessa con queste pratiche può solo essere sperimentata direttamente e molto difficilmente trasmessa attraverso descrizioni o parole.
La Integrazione Posturale Transpersonale è una modalità dalla Integrazione Posturale di Jack W.Painter. La parola transpersonale è stata da me aggiunta per sottolineare nei miei corsi la differenza tra un approccio umanistico ed un approccio integrale evoluto. Come tutti sanno il movimento transpersonale si è sviluppato a partire da quello per lo sviluppo del potenziale umano, per la necessità sentita da molti dei suoi più attivi esponenti di considerare e studiare quella dimensione ineffabile che è stata sempre accostata allo spirito. Non si voleva giustamente impiegare il termine “spirituale” in quanto questa parola avrebbe immediatamente trasportato coloro i quali fossero venuti in contatto con essa nel dominio della religiosità, che ha poco a che vedere con la essenza del movimento transpersonale.
Questa corrente culturale cerca infatti di comprendere e vivere quella realtà psicologica dell’essere umano che ha generato sì le esperienze spirituali alla base delle religioni, ma che non è strettamente legata a nessuna di esse, anzi ha alla base un atteggiamento scientifico e rigoroso.
D’altra parte la Integrazione Posturale come la intendo io non ha nulla che vedere con le tecniche che vogliono cambiare la postura delle persone secondo un’ottica meramente fisiologica o medica, non ha niente a che vedere con discipline quali posturologia, fisioterapia, riabilitazione, ortopedia. A me personalmente non importa nulla di cambiare la posizione dei corpi delle persone per riabilitarle, non è assolutamente il mio scopo primario, bensì quello di favorire in esse un processo di integrazione che comprenda i livelli fisico, emotivo, mentale, spirituale. Questo potrà avere una ricaduta in una migliore postura, il corpo si raddrizza, si armonizza, si muove meglio, ma non è certo lo scopo principale, in quanto la postura è intesa già da Painter come il nostro atteggiamento nei confronti della esperienza di vita. Integrare la postura sarà perciò equivalente a liberare il nostro corpo mente (corpo+cuore+mente+spirito) da ogni memoria del passato che limiti il suo spontaneo fluire.
La esperienza passata ci porta un adattamento, al quale siamo abituati da anni di vita, e che finisce per essere una gabbia, forse comoda, ma in realtà soffocante, nella quale bene o male siamo disposti a sopravvivere. Tale adattamento è identificabile con un aspetto della nostra mente che è in genere stato chiamato “io”, oppure “personalità”, o “conscio”. È quanto siamo in grado di fare al momento con noi stessi, con tutto l’insieme delle nostre conoscenze accumulate, lo stato dell’arte del nostro processo di adattamento al mondo.
La psicologia transpersonale ha avuto il merito di indagare la parte ulteriore della nostra mente, che è responsabile di potenti cambiamenti in positivo e miglioramenti che si possono generare nella nostra vita. Più precisamente ispirandoci a quanto ha scritto Watzlawich possiamo dire che l’azione della mente transpersonale non si può identificare con un cambiamento di tipo 1, cioè una variazione di quello che sappiamo già fare, ma un cambiamento di tipo 2, che implica l’accesso a capacità, risorse, potenzialità, gestalt, prospettive non presenti precedentemente, oppure latenti, o non organizzate in una maniera già conosciuta e disponibile. Tale accesso dà leggerezza, benessere, euforia, chiarezza mentale, sollievo, ispirazione.
Attenzione, il contatto con il transpersonale non è qualcosa di romantico, può essere anche molto sgradevole ed impegnativo, in quanto ci può confrontare con l’aspetto ombra in noi, quella parte oscura che non conosciamo e che anch’essa deve essere integrata.
Ecco che il processo di integrazione coinvolge una consapevolezza maggiore di quello che noi già siamo, è un processo di liberazione e di apprendimento, è un processo di armonizzazione tra le parti di noi.
Tale processo è stato definito nel passato guarigione, se si focalizza sull’aspetto della chiarificazione dell’ombra, educazione se si focalizza sull’aspetto della acquisizione di modelli più evoluti di comportamento sviluppando le proprie capacità, liberazione se si focalizza sul renderci affrancati dalla prigione dell’ignoranza e della coazione, coaching se focalizziamo sull’allenamento, redenzione se focalizziamo sull’aspetto religioso, individuazione se lo vediamo come un processo di centratura e ricerca del sé. Qualcuno lo chiama illuminazione, rimanendo vicino alla tradizione spirituale, in quanto è veramente un processo di chiarificazione e sintesi delle nostre facoltà, che implica trasformazione e rinascita ad un livello che apparentemente è completamente nuovo. Questa ultima interpretazione potrebbe essere adeguata, purché non trascuri il fatto che le nostre capacità sono presenti già in noi, dormienti, scoordinate, non integrate, ma presenti come un fiore è contenuto nel seme.
La integrazione deve avvenire tra i vari livelli della nostra persona: sensomotorio, emozionale, mentale, supermentale; ed anche tra più dimensioni della nostra vita: la sfera personale e quella collettiva, la interiorità e la esteriorità, il lavoro e lo svago, il dharma, l’artha ed il kama per dirla con i Veda, i quattro quadranti di Wilber. Iniziare un processo di integrazione significa dare una spinta alla ristrutturazione, riarmonizzazione e potenziamento di ognuno degli aspetti della nostra vita. Dobbiamo essere disposti ad abbandonare le vecchie dimore ed approdare a nuovi lidi. La permanenza nella zona di comfort non è concessa, ma è possibile entrare in uno stato di comfort dinamico, che deriva dalla nostra adesione al processo della nostra evoluzione personale.
Articolo di Massimo Soldati
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